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Quando un nuovo pet accompagna l’uomo da millenni

Le numerose razze selezionate nei secoli e una sempre maggior attenzione verso le specifiche comportamentali della specie stanno progressivamente garantendo a questi uccelli uno spazio sempre maggiore anche tra i nuovi animali da compagnia. Un “nuovo” pet di assoluto interesse con uno specifico etogramma ed esigenze medico veterinarie da conoscere e rispettare al fine di garantirne il benessere.

Cibo per cani

Dalle foreste alla conquista del mondo

Il legame tra i progenitori della moderna gallina Gallus gallus domesticus (Linneo, 1758) e l’uomo inizia circa 10000 anni fa. Uno studio del 2020 condotto sul genoma di 863 esemplari ha riconosciuto come il progenitore selvatico il Gallus gallus spaedicus (Bonnaterre, PJ 1792). Questa è una sottospecie di foresta diffusa in un areale di distribuzione che va al Nordest dell’India fino a Sumatra e, più a nord, fino alla Cina del sud. La prima domesticazione è stimata intorno a 3000 anni e si pensa sia avvenuta tra la Cina del Nord e l’India mentre in Medio Oriente è avvenuta circa 2800 anni fa. Questo uccello è citato persino dal generale ateniese Temistocle che poco prima di affrontare le forze persiane osservò due galli selvatici che combattevano per non cedere il proprio terreno. Si hanno testimonianze di questa specie già nell’antico Egitto e in mosaici e affreschi a dimostrazione della sua diffusione anche nell’Antica Roma. Qui era considerato un alimento per pochi tanto che per un periodo fu posto un limite al consumo. Nei secoli che sono seguiti si è assistito alla selezione di razze e varietà fino a quelle fino ai moderni broiler da carne e alle ovaiole. La selezione ha portato a oggi al riconoscimento oltre 90 razze pure di G. gallus domesticus diverse per dimensioni, morfologia e origine. L’aspettativa di vita è compresa tra 3 e 8 anni e la maturità sessuale è raggiunta tra 1 e 2 anni.

Gestione degli spazi e management: il rispetto dell’etogramma

Rispettare l’etogramma di una specie è fondamentale per garantirne il benessere. La gallina è una specie sociale che vive in gruppo; deve poter disporre di una zona sicura (pollaio) e anche di spazio con substrato naturale. Potersi muovere, razzolare, accovacciarsi, camminare, correre, interagire con conspecifici, fare bagni di sabbia e mostrare atteggiamenti di confort sono solo alcuni dei punti dell’etogramma della specie che devono essere garantiti. La possibilità di razzolare ad esempio si integra con l’arricchimento ambientale oltre che con quello alimentare in quanto consente l’integrazione con ulteriori alimenti vegetali e animali. In commercio esistono numerosi pollai differenti per materiali, forme, posizionamento dei nidi e dimensioni. Ogni pollaio si compone di una porzione generalmente in legno o legno/metallo sollevata da terra e che ospita i nidi. A questa fa da continuo una sezione esterna, coperta e delimitata da rete. Questa unità formata da due elementi può a sua volta comunicare con il giardino esterno attraverso rampe e passaggi consentendo così anche il razzolamento all’aperto. In base all’orientamento del giardino il pollaio va posto in una zona ombreggiata per evitare il surriscaldamento. Nessun aspetto dovrà essere lasciato al caso; il medico veterinario che si occupa di specie non convenzionali potrà fornire un’ampia serie di nozioni in riferimento alla necessità e gestione degli spazi, alla razza selezionata e al numero di esemplari che si vorrebbe ospitare. Le informazioni riguarderanno numerosi altri aspetti tra i quali la scelta e la gestione nel tempo del substrato ideale, l’inserimento di elementi per l’arricchimento ambientale (giochi, altalene, alberi sui quali posarsi), la vaschetta per il bagno di sabbia, la dieta e la gestione dei liquidi d’abbeverata, tematiche alle quali sono connesse la selezione del tipo di mangiatoia e beverino. Nessun aspetto deve passare in secondo piano inclusa l’attenta pianificazione delle operazioni di pulizia periodica e la gestione del gruppo; a tal proposito anche la possibilità di introdurre un gallo deve essere attentamente valutata senza dimenticare anche i potenziali aspetti connessi con le proprietà confinanti.

Cane si mordicchia

Attenzione ai predatori: conoscerli per evitarne l’azione

La corretta gestione implica anche la messa in atto di quelle accortezze, azioni e attenzioni volte a diminuire i rischi di predazione nei confronti delle galline. Una tematica complessa da affrontare in relazione allo soluzione scelta (modello del pollaio, spazi) e che riconosce tre diversi spot d’azione: il pollaio, la porzione esterna che con questo forma un’unità unica e il giardino circostante al quale i volatili possono accedere. Volpi, mustelidi, gatti, cani vaganti, colubridi e anche rapaci di grandi dimensioni possono minacciare questi pet con un’incidenza variabile in relazione all’ età. Un’ attenzione da rivolgere anche agli onnipresenti roditori, primi tra tutti gli appartenenti al genere Rattus. Come già visto la porzione chiusa del pollaio è in legno e rappresenta il posto sicuro per eccellenza. È connessa con una sezione parte esterna coperta ma aperta su tre lati delimitati da rete e con il giardino esterno attraverso porte e rampe. L’utilizzo di una rete metallica a maglie fine (es. saldata zincata) che penetri in profondità lungo il perimetro e/o il posizionamento del pollaio su una superficie difficile da penetrare dal basso è un deterrente per quei predatori capaci di scavare. Attenzioni agli sportelli d’accesso che potrebbero necessitare di un sistema di sicurezza così come le finestre d’areazione che potrebbero richiedere maggior protezione attraverso il fissaggio di una robusta rete a maglie sottili. Il controllo giornaliero anche del perimetro del pollaio e delle soluzioni adottate è dunque assolutamente importante. Il controllo e la messa in sicurezza del giardino nel quale vengono fatte razzolare divengono più complessi perché aumentano le metrature e i predatori possono giungere anche dall’alto o da pertugi nelle recinzioni. È innanzitutto sempre fondamentale far rientrare nel pollaio tutti gli esemplari entro il tramonto e consentirne l’uscita solo a partire dalle prime ore di luce. Il mercato offre una vasta serie di accessori specifici e generici che può essere adattata alle singole necessità; si ricordino le porte per pollai che si chiudono automaticamente quando diminuisce l’irraggiamento solare a sistemi di dissuasione per predatori, similmente a quanto in uso nei laghetti di carpe koi. Alcuni proprietari utilizzano anche gli adattabilissimi sistemi di controllo a uso domestico da connettere ai device d’uo comune. Vi sono poi numerose ulteriore soluzioni come l’allestimento in giardino di protezioni e nascondigli nei quali rifugiarsi, spray repellenti senza dimenticare l’utilizzo di cani anche da pastore se precedentemente abituati alla convivenza con le galline. Non esiste dunque un sistema unico di sicurezza ma andrà modulato in relazione al pollaio e alle peculiarità dell’eventuale spazio aperto messo a disposizione.

Visita dal veterinario

Il ruolo del medico veterinario: le patologie più diffuse l’approccio One Health

I medici veterinari che si occupano di specie non convenzionali devono essere il punto di riferimento per la salute dei propri avicoli ornamentali. Prima ancora di accogliere questi uccelli in casa è dunque cruciale acquisire informazioni chiedendo una consulenza veterinaria volta alla conoscenza, pianificazione e messa in atto delle scelte più idonee per garantire il benessere delle galline, in relazione anche alle singole peculiarità e spazi a disposizione. L’incontro sarà anche il momento per acquisire informazioni gestionali, pianificare la prima visita e le prime indagini da mettere in atto (es. esame feci). Tali attenzioni sono sempre valide e necessitano di ulteriore attenzione quando si vuole inserire un nuovo esemplare in un gruppo già strutturato. Non si dimentichi infatti che in aggiunta alle peculiarità etologiche vi sono diverse patologie infettive che possono trasmettersi tra gli uccelli e altre ancora dal potenziale zoonosico. Di altrettanta importanza, ben prima dell’arrivo degli esemplari è fondamentale contattare i servizi veterinari ASL-USL territoriali al fine di conoscere le normative in vigore riferite al possesso e all’allevamento degli avicoli ornamentali. Tale passaggio è fondamentale, si pensi anche solo al potenziale rischio rappresentato dall’influenza aviaria. La normativa nazionale prevede l’obbligo di registrare, presso il Servizio Veterinario dell’Asl, la detenzione di specie avicole sia per scopi di allevamento commerciale, che rurale, per autoconsumo e hobbistico. Solo dopo aver percorso questo doppio binario medico veterinario in parallelo sarà possibile iniziare l’allestimento degli spazi e, a seguire, entrare in possesso degli esemplari che andranno subito sottoposti a visita veterinaria. Tra le patologie più note e diffuse presenti in bibliografia si ricordino le pododermatiti (bumblefoot) per le quali giocano un ruolo importante fattori come la razza, il substrato, l’umidità, la ventilazione, la temperatura e l’alimentazione. L’apparato digerente può essere afflitto da numerose malattie, dalle più comuni parassitosi (es.coccidiosi) fino alla stasi del gozzo per la quale è necessario un intervento nel breve tempo e che può essere correlata sia a cause extra intestinali sia intestinali. La sintomatologia respiratoria può invece essere conseguenza dell’azione diretta e indiretta di un’amplissima serie di agenti patogeni batterici, parassitari e virali per affrontare i quali diviene dunque importante la più precoce esecuzione di esami di diagnostica collaterale. Tra le malattie infettive che possono colpire gli uccelli si ricordano la Malattia di New Castle, la Marek, la corizza, la bronchite infettiva e il diftero vaiolo. Per alcune di queste vi sono vaccini che il medico veterinario potrà consigliare e includere in un piano vaccinale volto a proteggere sia il pet sia le altre galline e, più in generale, prevenire la diffusione sul territorio seguendo un approccio One Health. Vi sono poi le patologie legate all’apparato riproduttore come la ritenzione dell’uovo, la distocia e la salpingite che riconoscono un’ampia serie di potenziali cause eziologiche. Anche le alterazioni della forma, del colore e della consistenza del guscio delle uova deposte devono essere considerati segni clinici di valore da comunicare al medico veterinario curante. Altrettanto importanti sono anche la celomite e i prolassi (uterini o cloacali). Il costante sviluppo medico veterinario che trova applicazione nella clinica, nella diagnostica e nell’esecuzioni di sempre più moderne tecniche chirurgiche, consente oggi di disporre di un’ampia serie di opportunità sia in termini di medicina preventiva sia di terapie volte a garantire anche la salute delle galline da compagnia.

Dott. Alessio Arbuatti,
Medico Veterinario Esperto in Animali esotici
Delegato SIVAE Abruzzo
Docente di Zoologia ed Ecologia, Facoltà di Medicina Veterinaria UNITE

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