La cistite nel gatto è una patologia abbastanza comune che colpisce la vescica e le basse vie urinarie. Le cause possono essere molteplici. Non si tratta comunque di un disturbo grave se affrontato nei giusti tempi e modi. Ecco perché è importante riconoscerne i sintomi.

Il mio gatto ha la cistite o qualcos’altro?
La cistite del gatto rientra nelle condizioni che oggi chiamiamo “malattie delle vie urinarie inferiori” o FLUTD (feline lower urinary tract diseases) con l’acronimo inglese maggiormente diffuso. Si parla di FLUTD perché questa sindrome (letteralmente: insieme di sintomi/segni clinici) raccoglie appunto sintomi/segni clinici comuni ad alcune malattie che colpiscono le vie urinarie inferiori.
I segni clinici più comuni in corso di FLUTD sono l’urinazione in luoghi inappropriati (periuria), la difficoltà ad urinare (disuria), l’urinazione frequente e ripetuta, ma con emissione di piccole quantità di urina (pollachiuria), il dolore alla minzione (stranguria) che nel gatto può esplicitarsi con vocalizzi/miagolii o lambimento prolungato dell’area genitale dopo la minzione e, infine, con la presenza di sangue nelle urine (ematuria). Il gatto può manifestare poi altri sintomi quali inappetenza, depressione del sensorio, malessere generalizzato non ben spiegato e il veterinario può rilevare dolore alla palpazione della vescica.
Maschio e femmina soffrono con frequenza simile di malattie legate alla FLUTD, ma il problema principale è che questa condizione può essere rischiosa per la vita del gatto maschio quando si associa a ostruzione uretrale (ultimo tratto delle vie urinarie).
Le malattie che più frequentemente sono alla base di questi sintomi sono in ordine di frequenza e importanza la cistite idiopatica felina (60-80% dei casi), l’urolitiasi (15-20% dei casi), le problematiche di natura anatomica/funzionale di uretra (10% dei casi). Per nostra fortuna le cistiti batteriche e le neoplasie delle vie urinarie sono molto rare nel gatto (<5% delle cause di FLUTD).
Cistite idiopatica felina (FIC)
Per cistite idiopatica felina o FIC (feline idiopathic cystitis) con l’acronimo inglese, si fa riferimento ad una malattia della vescica (e dell’uretra) che, nonostante si chiami “cistite”, non è provocata dalla presenza di batteri o di infezione. L’infiammazione della vescica è di natura c.d. neurogena ed è stimolata da fattori stressanti individuali (predisposizione individuale, carattere dell’animale, etc.) ed ambientali (stile di vita dell’animale, ambiente, lettiera, convivenza con altri animali e con il proprietario etc.). I gatti maggiormente colpiti da FIC sono animali giovani <4-6 anni di età, ma la malattia può colpire il gatto a tutte le età. Il termine idiopatico, in medicina, significa che non esiste un test per diagnosticare questa malattia, ma che la diagnosi si ottiene escludendo appunto le altre cause di FLUTD con un corretto protocollo diagnostico. È importante sapere che la gestione di questa malattia, dopo essere giunti ad una diagnosi corretta, non prevede l’uso di antibiotico, ma una terapia “comportamentale” gestita da un veterinario esperto di comportamento animale e solo raramente l’uso di farmaci.
Urolitiasi
Il secondo problema in termini di frequenza è l’urolitiasi. Per urolitiasi si intende la formazione di calcoli (o meglio uroliti) nelle vie urinarie. La sede più comune in cui gli uroliti si formano o si localizzano è senza dubbio la vescica e per questa ragione i sintomi predominanti sono quelli della “cistite”. La maggior parte dei calcoli del gatto (90%) al giorno d’oggi è rappresentata da struvite (fosfato ammonio magnesiaco) o ossalato di calcio. Altre tipologie di calcoli (urato, fosfato di calcio carbonato, cistina) sono rare/occasionali nel gatto.
La formazione di calcoli nel gatto è legata a tanti aspetti, ma i tre aspetti fondamentali sono la predisposizione individuale, il tipo di dieta e l’elevata concentrazione delle urine. Più raramente il gatto forma dei calcoli per problematiche anatomiche delle vie urinarie, malattie sottostanti o a causa della presenza di infezione delle vie urinarie. I gatti colpiti sono di solito adulti o giovani adulti. Il veterinario può diagnosticare il problema con esami appropriati che comprendono l’esame delle urine, eventuali esami ematochimici e l’utilizzo di diagnostica per immagini (ecografia e radiologia).
I calcoli di struvite, se non provocano ostruzione delle vie urinarie, possono essere dissolti completamente e con successo con una terapia medica corretta; viceversa, gli uroliti di ossalato di calcio non si possono dissolvere e, se provocano problemi al paziente, devono essere rimossi e poi gestiti con corrette terapie preventive. L’aumento del consumo di acqua attraverso una dieta umida, nonché le caratteristiche intrinseche della stessa dieta, rappresentano un intervento fondamentale in molti di questi casi.
Stenosi, infezioni e neoplasie
Soprattutto nel gatto maschio, le problematiche sopra citate possono condurre ad alterazioni anatomiche e/o funzionali dell’uretra (situazione che prende il nome di stenosi) con conseguente difficoltà ad urinare e comparsa di sintomatologia riferibile a FLUTD. Questi casi sono complessi e spesso, per la loro soluzione definitiva richiedono un intervento chirurgico che prende il nome di uretrostomia perineale.
Le infezioni delle vie urinarie sono molto rare nel gatto. In alcuni studi sono <1% delle cause di FLUTD, ma possono comparire con maggiore frequenza in gatti con problemi urologici cronici, malattie che portano a immunodepressione, o in gatti che sono stati a lungo cateterizzati. Il veterinario deve valutare attentamente il caso, eseguire l’urinocoltura e decidere se e come trattare il gatto. L’uso non razionale di antibiotico è oggi sconsigliato negli animali per i ben noti problemi di antimicrobico-resistenza.
Le neoplasie delle vie urinarie nel gatto, a differenza del cane in cui sono purtroppo tra le più frequenti, sono invece rare e colpiscono gatti anziani. Solo il veterinario, con una corretta visita e l’esecuzione di appropriati esami collaterali sarà in grado di diagnosticare il problema.
Per gestire al meglio le malattie del tratto urinario del gatto, lo step fondamentale per il proprietario è saper riconoscere tempestivamente il problema e di rivolgersi al più presto al proprio veterinario curante per poter arrivare ad una corretta diagnosi. Una volta ottenuta la diagnosi sarà premura del veterinario impostare l’adeguato iter terapeutico, che può variare dal solo cambio di dieta, all’uso di farmaci, fino all’intervento chirurgico per condizioni che lo richiedono.
Dott.ssa Kateryna Vasylyeva DVM, PhD student
Ospedale Veterinario Universitario
Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie
Alma Mater Studiorum - Università di Bologna