Pet Academy

Il decalogo del buon pet sitter

Nel momento in cui una persona decide di affidare il cane o il gatto che vive in famiglia a un pet sitter, decide di fidarsi di un professionista che avrà cura della benessere di un essere vivente che è amato e rispettato – mi sia concessa l’espressione – come un famigliare.

Il/la pet sitter si fa carico di una responsabilità enorme, non inferiore all’educatore/trice a cui affidiamo i nostri figli alla scuola dell’infanzia.

Conseguentemente - nel 2023 - non si può più ammettere il dilettantismo, con tutte le conoscenze che si hanno sulla salute, sull’etologia e sul benessere animale.

Ma perché avvenga questo, oltre al riconoscimento da parte delle istituzioni, per esempio la Regione Piemonte con una legge ha istituito un registro per i dog sitter, è importante una preparazione professionale. A controprova di questo, l’articolo due di questa legge recita: Costituiscono requisito per l’iscrizione… il conseguimento presso strutture accreditate di attestati di idonei corsi di formazione non inferiori a sessanta ore comprensive della parte teorica e del tirocinio o, alternativamente, la qualifica di educatore cinofilo, di istruttore cinofilo e di addestratore riconosciuti dall’Ente nazionale della cinofilia italiana (ENCI).

L’intenzione del legislatore è di: spingere chi oggi svolge il mestiere senza una preparazione specifica ad acquisire i requisiti per iscriversi, aumentando la possibilità di acquisire la fiducia dei potenziali clienti.

dog sitter

Riconoscere un professionista

Premesso ciò, a nostro avviso, un pet sitter professionale dovrebbe avere come riferimento per la sua attività questi dieci punti.

  • La professionalità, ovvero un percorso di studio adeguato per avere conoscenze relative all’etologia, la fisiologia della specie che gli saranno affidate.

  • Dimostrare di non avere solo una preparazione teorica, ma anche pratica con un affiancamento ad un professionista senior.

  • Pubblicizzare i servizi che si offrono in modo chiaro ed approfondito, mostrando foto dell’attività e, se si ospitano gli animali in una struttura, foto di questa e il curriculum con le relative autorizzazioni e percorsi professionalizzanti seguiti.

  • Prima di accettare un incarico informarsi, compilando una scheda (equivalente di una cartella clinica del veterinario) per conoscere le abitudini dell’animale che si assiste (orari per le uscita all’esterno, il cibo che mangia e che può mangiare, possibili allergie o intolleranze, compatibilità con altri soggetti della sua specie, compatibilità con le persone, giochi che ama fare il cane e il gatto, ecc).

  • Richiedere alla persona, o alla famiglia a cui fornite la prestazione un affiancamento per un breve periodo durante la visita all’animale in casa (sia per il cane che per il gatto), o in passeggiate se uscite con il cane. Questo per osservare come si comporta il soggetto con la persona e con l’ambiente e conoscere le sue abitudini.

  • Non cercare subito, nei primi minuti della prima visita di toccare o accarezzare l’animale: avvicinatevi con dolcezza, chiedete alla persona come procedere (se il pet ama essere toccato o accarezzato da un estraneo, o se preferisce studiare il nuovo venuto e poi interagire, ecc). I soggetti non sono tutti uguali, non necessariamente desiderano interagire con un estraneo e non è gradito da tutti -persone e animali- un approccio da vecchio amico simpatico. A volte è preferita la discrezione.

  • Chiedere al cliente che vi affida l’animale di fornirvi il numero di telefono e l’indirizzo del medico veterinario curante, della toeletta e del pet shop di fiducia, per sapere a chi rivolgersi in caso di necessità. Consigliamo anche di chiedere alla persona di avvisare i titolari di queste attività che potreste contattarli in caso di bisogno. Questo è importante, in particolare se l’animale vi verrà affidato per tempi lunghi. Fatevi lasciare più recapiti telefonici di persone che conoscono l’animale, a cui rivolgervi in caso di bisogno, se non risultate reperibili.

  • Informare la persona che avete contatti con altre strutture veterinarie, e per la cura dei pets che operano nella città, qualora ci fosse una necessità e non siano rintracciabili i riferimenti forniti dal cliente.

  • Tenere aggiornato, i modo discreto, la persona di come sta il suo amato animale. È bene concordare prima la modalità: whatsapp, email, telefonata e i tempi: giornalmente, ogni due giorni, ecc. I video sono graditi, ma devono essere brevi e significativi. Sottoporre ai clienti la liberatoria per la privacy, dove vi impegnate a mantenere un comportamento adeguato relativamente all’utilizzo delle informazioni sulle persone e sugli ambienti e all’uso che farete dei filmati.

  • In ogni contesto in cui vi prendete cura di un animale: a casa del cliente, in passeggiata, o se ospitate l’animale presso la vostra struttura, non lasciatelo mai solo, o meglio senza la possibilità di sorvegliarlo, anche se è abituato, perché non lo conoscete a fondo e lui non conosce bene voi. L’imprevisto può sempre accadere.

A cura di
Franco Fassola
Medico Veterinario esperto in Comportamento Animale
e Interventi Assistiti con gli Animali

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