Le innumerevoli capacità olfattive del cane sono note da tempo, tanto da venire impiegati per individuare persone scomparse e sostanze stupefacenti, ma non solo. Pur conoscendo a fondo il meccanismo per cui questo senso sia così sviluppato, fino a questo momento non si era compreso grazie a quali elementi in particolare potessero essere in grado di riconoscere anche alcune patologie. La risposta sembra essere arrivata per caso grazie alla ricerca di alcuni studiosi del Karolinska Institutet.

La scoperta
Il lavoro, pubblicato su PNAS, ha coinvolto 1260 soggetti. Obiettivo riuscire a trovare un metodo che potesse consentire una individuazione precoce dei tumori grazie alle urine, dal cui odore i cani percepiscono anche il diabete o l’arrivo di un attacco di emicrania o epilessia con anticipo. I ricercatori hanno riconosciuto 14 tipologie di cancro basandosi sulla concentrazione dei glicosamminoglicani (GAG), molecole che normalmente forniscono ai tendini, insieme a collagene ed elastina, proprietà elastiche che consentono l’allungamento. Considerato che questi polisaccaridi si alterano in presenza di tumore disgregandosi nelle urine e nel sangue, i ricercatori hanno confrontato i valori rilevati analizzando questi ultimi e quelli individuati nel plasma, evidenziando una sensibilità al test compresa fra il 41,6% e il 62,3% per tumori ancora al primo stadio. Una precisione rivelatasi il doppio di qualsiasi diagnostica disponibile.
Per noi i glicosamminoglicani sono inodori, ma così evidentemente non è per i nostri amici a quattro zampe, che d’altra parte dispongono di un’area dedicata al rilevamento olfattivo che arriva fino a 130 cm quadrati, rispetto ai 5 dell’uomo. Non solo: i cani hanno infatti una rete di connessioni che collega il bulbo olfattivo al cervello e di cui noi siamo privi. Per questo gli odori consentono al cane di leggere la realtà e conoscerla attraverso questo senso.
Non solo tumori
I cani non sono solo in grado di fiutare i tumori, ma anche il diabete, l’emicrania e la narcolessia. Rispettivamente riescono infatti a riconoscere alterazioni di glicemia e l’aumento dei marker dello stress attraverso il sudore e il respiro. Lo ha recentemente dimostrato uno studio pubblicato su Plos One, all’interno del quale sono stati messi alla prova quattro cani e 36 umani. Il test al quale sono stati sottoposti questi esemplari consisteva nell’annusare campioni prelevati dai volontari prima e dopo l’esecuzione di quiz matematici. I cani sono stati in grado di riconoscere correttamente le persone sotto stress nel 94% dei casi.
Ne è emersa la consapevolezza che a questi animali non occorrono stimoli visivi per comprendere se una giornata è stata ad esempio molto impegnativa. I proprietari stessi dei cani coinvolti hanno dichiarato di aver compreso alcune delle reazioni che gli amici a quattro zampe mostravano al loro ritorno dal lavoro.
Si tratta senz’altro di scoperte di grande utilità sia per il campo medico che investigativo.